Sul bordo degli occhi dimora il fondo delle cose
piano sconosciuto assente che in disparte si ritrae
in irridescenza di cose nascoste
un bagliore fra tutti si annuncia in linee e curve il tuo volto
mi concentro meglio
sui particolari di un richiamo al corpo
e con lingua agile mossa come da vento
descrivo il tumulto della povera carne
escursione mai programmabile mai rassicurante
Apro una possibile quanto auspicata visione da fuori
mi emancipo da ciò che appare
attendo che l’ invisibile prenda forma
guarda guardami mi espongo all’incomprensibile
trituro
sminuzzo parole
ne esce un suono in direzione precisa e nell’intima propria solitudine di un ascolto
io ti chiamo