Specchi pieni d’eco di musica intricata
l’anima vi giace in mezzo e spara in sogno
spara lontano fin oltre
è proprio così che t’immagino
corpo di pelle d’Avorio
cosce tese
una strada sfrondata che porta a foresta di notte in profumato di muschio
tra le ciglia un sole e in movimento morbido
imprime stille di luce
linee sinuose come lisce volute e nei capelli rifulge
luce di foglie dorate
indossi veli attraverso i quali il desiderio guarda e grida
il tuoi seni chiave di un sotterraneo mondo di atti d’amore
in viaggio discendente mi porti verso pianure neronotturne di gironi di fiamme
fiato caldo su labbra che non vogliono altra risposta
Un’acqua impetuosa muove un mondo che ruota attorno al tuo asse e non si placa
chiamata ad un infinito che circola in un sordo flusso in aggrappo di parola
avuta e sognata ogni notte
strascico solenne e di niente niente peso
sei sbando di idee in fila e in sfumo vortico nell’ebbrezza del selvatico dentro
in brama di colori penduli
Sii clemente ti prego con questo piccolo pianeta azzurro che si perde nei tuoi vapori zone d’ombra e non trova ancora la strada
Sono un moto di spirito in mulinelli di nuvole in crescenza nell’umido di bocca
Sono pensiero zucchero sul tuo volto leggero che chiede semplicemente di esistere in te.